Venerdì 12 settembre alle 10.30, presso il Centro di educazione ambientale (CEA) del Parco a Stagnali, sull'isola di Caprera, si terrà la cerimonia d'inaugurazione dell'opera "Trappola per Nuvole" di Paolo Uboldi, vincitore della prima edizione della Biennale "Arte e Natura" dal Parco Nazionale dell'Arcipelago di La Maddalena, la manifestazione che si propone di esaltare il connubio tra contemplazione del "bello" che genera l'osservazione della natura e l'ispirazione artistica che da essa scaturisce, con l'obiettivo è quello di "raccontare" la natura, i suoi elementi e il rapporto che, nelle varie forme, la lega all'uomo, alla storia e alle tradizioni.
Dopo i saluti del Direttore dell'Ente Parco, l'autore presenterà la propria opera, una delle prime tre classificate del concorso indetto dall'Ente Parco nello scorso autunno e finalizzato alla valorizzazione di alcuni siti di pregio naturalistico del Parco Nazionale attraverso la realizzazione di opere d'arte e la creazione di un piccolo percorso museale da sviluppare all'interno del Centro di educazione ambientale del Parco a Stagnali.
L'opera che sarà inaugurata al CEA del Parco indaga il rapporto contraddittorio dell'uomo con la natura: se da un lato l'uomo sembra apprezzare continuamente l'immensa ed infinita bellezza di quest'ultima, arrivando perfino ad idolatrarla, dall'altro ha sempre avuto la necessità di catturarla o modificarla per soddisfare le proprie esigenze. L'artista intende quindi, con la sua opera, anche denunciare i tentativi dell'uomo di minare l'integrità delle risorse naturali, senza avere davvero coscienza delle conseguenze di un simile atteggiamento.
Spiega l'autore, Paolo Uboldi: «Le nuvole e il cielo rappresentano nell'immaginario collettivo l'elemento naturale immensurabile, continuamente variabile che diventa metafora dell'infinito; inafferrabile, incalcolabile e incomprensibile diventa spesso il più alto esempio della magia e della poesia insita nella natura. Il cielo è l'elemento naturale che l'uomo ha sempre provato a conquistare e misurare senza mai riuscirci totalmente; è l'elemento che attraverso le sue manifestazioni ci ricorda che anche noi stessi facciamo parte del mondo naturale.
L'installazione, attraverso la rappresentazione ironica di una utopica "trappola per nuvole", vorrebbe diventare la rappresentazione di questa dicotomia; una macchina che può solo far sognare senza esser realmente utile. Il visitatore per un momento penserà che possa esistere una macchina per catturare le nuvole, pensando che, per l'ennesima volta, l'uomo sia superiore agli altri elementi naturali; ma comprendendone l'impossibilità, rimarrà esclusivamente l'impressione che gli elementi naturali possono solo esser ammirarti e contemplati nella loro integrità. Il sogno rimarrà un sogno.
Ho scelto di utilizzare un tradizionale nassa in giunco per richiamare l'antico rapporto tra la vicina costa e l'uomo, rappresentando in questo modo il rapporto utilitaristico di sfruttamento della natura, mentre la scala in legno diventa la rappresentazione della possibile ascesa dell'uomo verso i cieli.»
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