Milano 16 settembre 2013. Alla recenti dichiarazioni del Ministro Zanonato di riparametrare la spese annua degli incentivi alle fonti rinnovabili da 12 a 9 miliardi, FIPER esprime apprezzamento e riporta però l'attenzione, nel caso degli impianti che producono energia rinnovabile da biomasse, sulla necessità di rimodulare gli incentivi a partire soprattutto dell'efficienza produttiva degli impianti.
Nel caso della produzione di energia dalla biomassa legnosa, infatti, rimane ancora aperta la "disuguaglianza di trattamento" tra la produzione termica ed elettrica. Come già segnalato anche ultimamente dall'Autorità Antitrust al Governo, per garantire la concorrenza sul mercato di approvvigionamento delle biomasse occorre rimodulare gli incentivi tra termico ed elettrico con notevoli risparmi e benefici economici.
Rimodulare gli incentivi tra produzione elettrica-termica nel caso delle biomasse legnose, significa anche promuovere maggiore efficienza ed un uso virtuoso di una risorsa rinnovabile programmabile ma non inesauribile.
In quest'ottica, bisogna intervenire sul recupero e utilizzo del calore dagli impianti a biomassa esistenti armonizzando il divario tra i due vettori energetici, alleggerendo in questo modo, anche sensibilmente, la bolletta degli italiani.
FIPER coglie l'occasione della rimodulazione degli incentivi promossa dal Ministro Zanonato, per riproporre un tema caro alla Federazione, che in tempi ancora non sospetti (si parla di agosto 2004- vedi allegato), proponeva al MISE ed al GRTN di offrire la possibilità di scelta, al produttore di energia elettrica con impianto cogenerativo, di trasformare gli otto anni di durata del periodo (allora) previsto per il riconoscimento dei Certificati Verdi in un "Monte kWh. elettrici corrispondenti", lasciando quindi libero l'operatore a produrre maggior energia possibile nelle fasce più interessanti economicamente o nei periodi in cui è possibile utilizzare e cedere anche tutto o quasi il calore prodotto (efficienza energetica) e riducendo invece la produzione (e quindi i costi ed i relativi incentivi pubblici) nei mesi estivi, nelle fasce meno interessanti e non remunerative allungando in maniera significativa il periodo di erogazione degli incentivi (da 4 a 8 anni).
Conclude Righini: " se si vuole davvero favorire la produzione distribuita di energia da fonti rinnovabili, e diminuire contemporaneamente i costi di sistema, bisogna ragionare in un'ottica di economia di scala; nel comparto biomasse legnose significa valorizzare la produzione di tutta l'energia prodotta (termica ed elettrica) lasciando maggiore autonomia/responsabilità all'imprenditore nella definizione del processo produttivo ottimale in termini di costi-benefici". (allegato doc. FIPER Agosto 2004)
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