"Casa SN" ad Arco (TN) è il primo progetto italiano registrato Living Building Challenge. La più avanzata e radicale delle certificazioni per la sostenibilità in edilizia. MDS, impresa nata dentro Progetto Manifattura: «Le case del futuro stanno arrivando nel nostro paese»
***
Living Building Challenge (LBC), creato nel 2006 dall'International Living Future Institute (Seattle, WA), è una filosofia, uno strumento di salvaguardia dell'ambiente e un programma di certificazione, a oggi lo standard di sostenibilità più avanzato per edifici, infrastrutture, quartieri e comunità. E' passato un anno dalla costituzione del Living Building Challenge Collaborative: Italy (il gruppo di volontari impegnati per l'attuazione in Italia dei principi LBC insediato presso Progetto Manifattura a Rovereto, l'hub della green economy italiana) è si è appena conclusa la seconda edizione di REGENERATION (il primo concorso di progettazione europeo per giovani architetti e ingegneri interamente basato su LBC). L'investimento "culturale" promosso da Macro Design Studio, la dinamica società roveretana di consulenza sulla sostenibilità dell'ambiente costruito, comincia a dare i primi frutti.
"Casa SN" sta per nascere ad Arco ed è il primo progetto italiano registrato per ottenere la certificazione Living Building Challenge. Attualmente i progetti registrati o certificati LBC nel mondo sono più di 300 (il programma di certificazione è partito otto anni fa) e sono in continua crescita, non solo negli Stati Uniti, ma anche in Europa, in diverse fasce climatiche e con differenti tipologie (scuole, uffici, comunità, centri di ricerca, abitazioni). Casa SN dimostrerà che è possibile realizzare un edificio a impatto ambientale nullo. E' un cambiamento radicale: non più progettare e costruire edifici che consumano un po' meno rispetto a quelli tradizionali, ma edifici che siano in grado di avere un impatto positivo sull'ambiente.
Come è possibile realizzare un edificio a impatto nullo, seguendo i criteri del protocollo LBC? Ce lo spiegano Carlo Battisti e Paola Moschini, titolari di Macro Design Studio. «Innanzitutto un "living building" è completamente autonomo nell'uso di risorse. Energia, acqua, rifiuti: tutto ciò che viene consumato viene prodotto, trattato, gestito sul posto. ll residuo impatto sull'ambiente, ridotto al minimo, viene abbattuto secondo vari sistemi di compensazione. Ad esempio la CO2 emessa nella fase di costruzione viene compensata tramite un fondo che promuove progetti di energie rinnovabili per organizzazioni sociali meritevoli. In più l'edificio LBC è bello, salubre (vi è un'attenzione speciale alla salute dell'individuo e all'utilizzo di materiali e prodotti non dannosi), realizzato con criteri di biofilia, equità e trasparenza. Insomma, è l'edificio del futuro, realizzabile oggi».
Il primo progetto registrato Living Building Challenge in Italia è una buona notizia anche per l'International Living Future, come commenta la presidente e amministratore delegato Amanda Sturgeon «E' straordinario avere il primo progetto Living Building Challenge registrato in Italia. Sarà un esempio di principi rigenerativi che fornirà ispirazione per tutta Europa».
Ma un cambiamento radicale richiede il coraggio degli innovatori e in questo caso i pionieri italiani che intendono mettere in pratica i principi dell'architettura "rigenerativa" sono Nicola e Sara Berlanda, una coppia di Arco che ha deciso di sposare LBC nella realizzazione della casa per la propria famiglia.
L'entusiasmo nelle loro parole anticipa la convinzione con la quale hanno scelto di investire in un futuro diverso e migliore, facendo della loro casa il primo dimostratore di un diverso modo di riequilibrare il nostro rapporto con la natura. «Il rispetto dell'ambiente è un argomento che ci è sempre stato a cuore. È stato quindi naturale trovarsi in sintonia con il protocollo LBC sin dal primo momento, pur coscienti che avremmo dovuto superare qualche difficoltà tecnica in un paese ancora complessivamente indietro come il nostro, su tale materia».
Il ruolo di Andrea Rigo, architetto contitolare di PLAN.architettura di Arco e progettista di Casa SN, affiancato da Matteo Rigo ingegnere impiantista dello Studio Vio di Venezia, è fondamentale perché è grazie ad una progettazione integrata, multidisciplinare e consapevole che un edificio "living building" può diventare realtà.
«Un giorno un produttore di vino mi porta con orgoglio a visitare prima i suoi vigneti, successivamente la cantina. Alla degustazione esclamo: "Ottimo!" Il prodotto mi è parso veramente buono, anche se non posso definirmi un esperto di vino. Noto che sull'etichetta non compare nulla delle massime attenzioni con cui è coltivata la vite e prodotto il vino. Attenzioni massime all'ambiente, al prodotto che sono emerse nella visita e nella degustazione. Quindi forse ingenuamente chiedo il perché non evidenziare queste peculiarità sull'etichetta e come risposta: "Il vino è di per se naturale". Da architetto dico che anche l'abitare è di per se naturale. Un naturale che si confronta con la miglior tecnica possibile per quel luogo e quella circostanza».
La progettazione di Casa SN è in pieno svolgimento, l'inizio del cantiere è previsto per quest'estate, l'ultimazione nel corso del 2017. Una delle caratteristiche che differenziano radicalmente Living Building Challenge dagli altri protocolli per la valutazione e la certificazione della sostenibilità degli edifici è che in questo caso la certificazione finale potrà essere rilasciata solo dopo dodici mesi di utilizzo, nei quali i consumi verranno periodicamente misurati.
L'edificio dovrà dimostrare di essere completamente autosufficiente sotto il profilo energetico, tramite l'impiego di fonti rinnovabili. È ciò che ci verrà richiesto dalle direttive europee sull'efficienza energetica a partire dal 2020: Living Building Challenge in questo senso anticipa già ciò che fra non molto diventerà il nuovo standard per le costruzioni europee.
Nessun commento:
Posta un commento