Fermare subito l'attuazione del Piano regolatore portuale di Marciana Marina, all'Isola d'Elba, che rischia di avere un devastante effetto paesaggistico su uno dei lungomari più belli del Mediterraneo, snaturando ancora di più un ambiente che in questi ultimi decenni ha già subito profondi e ripetuti attacchi. Legambiente chiede alla Regione Toscana e alla Soprintendenza di intervenire immediatamente e dar così seguito anche alle proprie osservazioni negative prodotte in sede di valutazione del Piano.
L'appello arriva da Goletta Verde, la storica imbarcazione ambientalista, che è giunta all'Isola d'Elba anche per protestare contro lo scempio che la Giunta e la maggioranza del Comune di Marciana Marina vogliono portare avanti. Goletta Verde consegna inoltre simbolicamente la prima bandiera nera del 2016 al sindaco di Marciana Marina Andrea Ciumei, per il farraginoso, opaco e costoso iter amministrativo che ha portato all'approvazione di un piano del Porto che ha già visto una forte opposizione popolare e un parere negativo della stessa Regione.
Il poco ambito vessillo che Legambiente assegna ai nuovi pirati del mare è stato esposto questa mattina insieme agli striscioni "Giù le mani dalla costa" e "Che vergogna!" nel corso di un blitz al porto di Marciana Marina, cui hanno preso parte anche cittadini ed esponenti del comitato cittadino Porto Comune di Marciana Marina, fondato nel 2010 dopo l'avvio da parte dell'amministrazione comunale, nel dicembre 2009, di un progetto di trasformazione dell'attuale porto definito "rifugio", in porto turistico.
"La Bandiera Blu della Fee attribuita per anni al porto turistico di Marciana Marina, che in realtà non esiste ancora visto che il piano è stato approvato soltanto pochi mesi fa, rischia di diventare nera se andrà avanti questo progetto – dichiara Francesca Ottaviani, portavoce di Goletta Verde –. La assegniamo simbolicamente al sindaco Ciumei perché rifletta su un progetto sbagliato e dia retta ai suoi concittadini che non vogliono questo porto. Il progetto, se realizzato, stravolgerebbe questo magnifico panorama, che è la vera ricchezza di Marciana Marina".
"Per aumentare ipoteticamente di 80 posti barca la capienza del porto – accusa Maria Frangioni, presidente di Legambiente Arcipelago toscano - è stato recentemente approvato un piano del Porto, con i soli voti della maggioranza e contro tutte le osservazioni prodotte, che avrà un fortissimo impatto sociale e ambientale su uno dei lungomari più belli della Toscana. Ci aspettiamo ora che la Presidenza della Regione Toscana, gli assessori competenti e il Consiglio Regionale si attivino al più presto per difendere le competenze regionali e le giuste osservazioni già presentate verso un Piano che presenta pesantissimi problemi dal punto di vista ambientale, paesaggistico e di rispetto della normativa urbanistica vigente. Per questo Legambiente e Italia Nostra hanno presentato una istanza per chiedere alla Regione la convocazione di una Conferenza paritetica che discuta i numerosi rilievi critici delle associazioni ambientaliste, dei cittadini marinesi, della minoranza Consiliare, della Soprintendenza e della stessa Regione respinti in blocco dalla Giunta comunale".
"La preoccupazione – spiega il presidente del Comitato Porto Comune, Gian Piero Landi - allora come oggi, è quella di vedere snaturata la bellezza naturale, paesaggistica ed architettonica del porto - fin dal lontano 1952 sotto vincolo di tutela paesaggistica per la sua "rara bellezza" - da un progetto di cementificazione massiccia che stravolgerebbe l'identità stessa del paese, alterando delicatissimi equilibri ambientali ed apportando tutto tranne che benefici per l'intera collettività. Preoccupazione raccolta da un numero sempre crescente di partecipanti alle attività di sensibilizzazione e protesta attiva del Comitato: attualmente a Marciana Marina, il più piccolo Comune della Toscana, sono più di 600 gli iscritti fra residenti, possessori di seconde case, habitué, amanti dell'isola".
La vicenda del porto di Porto Marciana, per la quale in Regione sono state presentate due interrogazioni dal Movimento 5 Stelle e da Sì – Sinistra Toscana, è stata raccontata anche nel dossier Mare Monstrum di Legambiente presentato pochi giorni fa in occasione della partenza della Goletta Verde. All'inizio di maggio, Legambiente Arcipelago Toscano aveva già scritto alla Regione per manifestare dubbi, e preoccupazioni dell'associazione rispetto al progetto del nuovo porto turistico. Denunce puntuali, d'altronde contenute anche nelle osservazioni della Regione Toscana, rispetto alle incongruenze relative alla Valutazione ambientale strategica, alla depurazione delle acque, alla conformità con le leggi urbanistiche regionali.
Per Legambiente inoltre "permangono i rischi per la residua prateria di posidonia oceanica, Habitat prioritario della Direttiva europea, al quale si applicano le stesse procedure e salvaguardia di un Sito di interesse comunitario (Sic) o Zona di conservazione speciale (Zcs), presente all'interno del Porto di Marciana Marina e, invece di approfittare del Piano Portuale per andare a un recupero della posidonia degradata, si propone di aumentarne il degrado senza nemmeno apparenti iniziative risarcitorie".
"Il progetto in corso – aggiunge Frangioni - andrebbe profondamente rivisto, prendendo l'occasione per trasformare il porto di Marciana Marina in una struttura verde, moderna, di ridotto impatto ambientale, con impianti leggeri, non impattanti sul paesaggio e l'ambiente. Invece, si propongono soluzioni con strutture rigide che, con l'asserito intento di mettere in sicurezza l'area portuale, finiranno al contrario per aumentare i rischi per il paese e il quartiere del Cotone, aumentando gli effetti dell'erosione della spiaggia della Marina. Chiediamo che si riprendano in mano le proposte avanzate dalla precedente Giunta Martini e dalla sua Commissione del Porto, che discusse di una bozza progettuale proposta dal marinese Sergio Spina, che rappresenta molto di più quell'idea di "porto per il Paese" che ci piace e non di "Paese per il porto" che si vorrebbe imporre ai marinesi, trasformando un bene comune in affare solo per il gestore unico e non tutelando il lavoro di molti marinesi e i diritti storici dei cittadini di Marciana Marina".
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