Milano, 9 giugno 2016 – La 4° Tavola Rotonda Europea (EURT) organizzata dalla RSPO (Roundtable on Sustainable Palm Oil), tenuta oggi a Milano presso la sede de Il Sole 24 Ore conferma l'incremento costante dell'impegno delle imprese verso la fornitura di olio di palma certificatosostenibile e verso una maggiore trasparenza nella loro catenadi fornitura.
Ciò è dimostrato dai risultati delle Annual Communication of Progress (ACOP) presentate da RSPO: il 75% dei membri ha infatti fornito per tempo a RSPO la documentazione relativa ai progressi compiuti verso l'obiettivo 100% olio di palma certificato sostenibile, a fronte del 68% registrato nel 2015.
Inoltre, nell'ultimo anno sono cresciuti del 15% anche i membri RSPO, che ammontano ora a 2.852 tra produttori di beni di consumo, associazioni del terzo settore, coltivatori, investitori, trader e retailer.
I membri italiani di RSPO sono invece oltre 100.
La Conferenza ha visto inoltre il lancio di nuovi strumenti per la trasparenza implementati dalla RSPO:
• Un migliore sistema di tracciabilità che ora permette di identificare il mulino di provenienza per tutto l'olio di palma sostenibile certificato, in tutta la catena di fornitura dellaRSPO;
• Una nuova applicazione per cellulari, che consentirà in tutto il mondo ai consumatori di individuare prodotti certificati RSPO. L'applicazione è "crowd-sourced", consentendo a chiunque di caricare nel catalogo nuovi prodotti certificati a marchio RSPO.
Per aiutare le compagnie ad analizzare la propria catena di fornitura, il World Resources Institute (WRI) ha lanciato oggi il nuovo PALM Risk Tool. Questo tool va ad aggiungersi alla piattaforma online di Global Forest Watch operativa dal 2014.
La trasformazione mondiale del mercato dell'olio di palma - da una produzione convenzionale a una certificata sostenibile – è oggi più che mai possibile: una trasformazione che, per essere veramente efficace, deve poter contare sui valori chiave della fiducia e della trasparenza garantiti dalle certificazioni indipendenti come quella RSPO.
E' stato questo il principale messaggio emerso dall'EURT, che ha raggruppato circa 300 tra diplomatici, rappresentanti del terzo settore, retailer, produttori di beni di consumo, investitori, accademici e produttori e distributori di olio di palma.
La tavola rotonda, intitolata "100% olio di palma certificato sostenibile in Europa: un imperativo per combattere i cambiamenti climatici", ha posto l'accento sull'importanza della riduzione delle emissioni derivanti dalle attività agricole in tutto il mondo, che secondo gli ultimi studi contano per il 13% del totale.
Il passaggio a pratiche di agricoltura sostenibili e alla produzione e al consumo di olio di palma certificato sostenibile (CSPO) rappresenta una soluzione che combina la salvaguardia delle foreste al bisogno crescente di produzione di beni agricoli.
Un impegno che diventa sempre più pressante anche a seguito dell'Accordo di Parigi sul Clima dello scorso anno, e che richiede sforzi aggiuntivi e congiunti da parte dell'intera filiera per raggiungere l'obiettivo europeo 100% olio di palma certificato sostenibile entro il 2020.
Aprendo la Conferenza, Adam Harrison, WWF International's Palm Oil Lead and Member of the RSPO Board of Governors, ha affermato: "La portata e l'urgenza della sfida che l'industria è chiamata ad affrontare ci dice che avremo successo solo se collaboriamo. Ogni singolo sforzo, per quanto meritorio, se non inserito all'interno di un programma collettivo, non porterà alla trasformazione globale del mercato".
"Sia il Parlamento che la Commissione Europea stanno dibattendo per trovare le risposte più appropriate per affrontare le problematiche ambientali legate alla produzione convenzionale di olio di palma" ha commentato Paolo De Castro, già Ministro dell'Agricoltura del Governo Italiano e ora Parlamentare Europeo. "La produzione certificata sostenibile rappresenta un'opportunità da non perdere per guidare la trasformazione del mercato, e dobbiamo contare sul supporto di tutti per consolidare gli sforzi dei Paesi membri dell'Unione Europea per aumentare l'utilizzo di olio di palma certificato sostenibile e creare un vero impegno europeo al riguardo".
"Apprezziamo molto il lavoro di RSPO per la sostenibilità dell'olio di palma - ha dichiarato Andrea Poggio, membro del Consiglio Direttivo di Legambiente. "Accanto a questo serve però una posizione netta dei Governi dei Paesi produttori contro la deforestazione, come pure sarebbe importante l'adesione del Governo italiano alla dichiarazione di Amsterdam".
L'Unione Europea è il secondo maggiore importatore di olio di palma al mondo – dopo l'India - con oltre 6,7 milioni di tonnellate nel 2015. In Europa hanno sede alcune delle industrie e dei marchi più grandi e conosciuti, e i consumatori sono sempre più consapevoli dell'importanza di una produzione sostenibile.
Data l'importanza del mercato, la sua trasformazione in ottica di sostenibilità è in grado di dare un impulso fondamentale agli sforzi compiuti dai coltivatori nei Paesi produttori.
Coltivatori che spesso sono piccoli produttori indipendenti – oltre il 40% della produzione mondiale di olio di palma – che chiedono un supporto sempre maggiore da parte dell'industria e dei consumatori europei.
A questo proposito, alla tavola rotonda di oggi era presente un delegato dei produttori indipendenti di olio di palma, l'honduregno José Maria Madrid, che ha commentato: "Il supporto che ci viene dai produttori di beni di consumo e dai retailer europei è fondamentale, per questo auspichiamo un sempre maggiore impegno da parte loro verso l'olio di palma certificato sostenibile".
E proprio per spingere sempre più coltivatori indipendenti ad abbracciare una produzione sostenibile RSPO ha costituito lo Smallholder Support Fund, con una dotazione annua di 1,5 milioni di dollari, che ha permesso l'ottenimento della certificazione gratuita a oltre 3.300 coltivatori nel Sud Est Asiatico.
Secondo nuovi dati RSPO presentati oggi alla Conferenza, si stima che dei 2,8 milioni di tonnellate di olio di palma certificato RSPO vendute nel 2015, 1,9 milioni di tonnellate siano state spedite in Europa.
"La fiducia è la pietra miliare della nostra collaborazione con la catena di fornitura dell'olio di palma. Senza fiducia, non potremmo lavorare insieme. E non lavorando insieme non saremmo mai in grado di trasformare il mercato rendendolo sostenibile" ha commentato Darrel Webber, Segretario Generale di RSPO. "Le certificazioni indipendenti e la condivisione volontaria delle informazioni per una valutazione pubblica sono i soli elementi in grado di creare e mantenere fiducia sia nel rapporto con la supply chain sia nel rapporto con i consumatori".
Chi è la RSPO
La Roundtable on Sustainable Palm Oil (RSPO) è stata formata nel 2004 con l'obiettivo di favorire la crescita e l'uso di prodotti di olio di palma sostenibili tramite standard globali credibili con l'impegno delle parti interessate. La sede dell'associazione è a Zurigo, Svizzera, mentre il segretariato ha attualmente sede a Kuala Lumpur con uffici satellite a Giacarta, Londra, Zoetermeer (Paesi Bassi), Quito, Pechino e Mumbai.
L'RSPO è un'associazione no profit che riunisce gli stakeholder della filiera dell'olio di palma - produttori di olio di palma, operatori commerciali o raffinatori, produttori di beni di consumo, rivenditori, banche e investitori, ONG ambientaliste, sociali o di sviluppo – per sviluppare e implementare standard globali per la produzione di olio di palma sostenibile.
Questa rappresentazione multilaterale si riflette nella struttura di governance dell'RSPO, esprimendo la filosofia della "tavola rotonda" dando eguali diritti ad ogni gruppo e dando loro modo di mettere a punto programmi specifici, facilitando i rapporti tra operatori, invitando alla collaborazione verso un comune obiettivo e a prendere decisioni unanimi.
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