Giunge dopo oltre un anno e mezzo, l'ammissione del Governo che l'allarme per i pesticidi killer delle api è fondato ed è al centro di un processo di monitoraggio e tutela ancora in corso. La preoccupazione sollevata dal report di Greenpeace "Api, il bottino avvelenato", in cui viene documentato come oltre due terzi del polline raccolto dalle api nei campi europei e portato ai loro alveari è contaminato da un cocktail di pesticidi tossici, era stata raccolta dai deputati del Movimento 5 Stelle che avevano presentato una interrogazione in Commissione Agricoltura addirittura il 24 aprile 2014.
"Dinanzi ad un'emergenza di tale portata, il Governo si prende un anno e mezzo per rispondere e prendere posizione – commenta il deputato pugliese Giuseppe L'Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura – L'Esecutivo ammette, in un ritardo pazzesco, che non si è ancora arrivati a un livello sufficiente di tutela: in Italia, infatti, sono tuttora in corso il potenziamento dei progetti di ricerca per il monitoraggio dello stato di salute delle api e, a livello europeo, il piano di implementazione per l'introduzione graduale dell'obbligatorietà dei vari test per la valutazione del rischio. Se da un lato il Governo riconosce che le api sono fondamentali per la biodiversità, dall'altro ci preoccupa la sua velocità di reazione degna del bradipo più pigro e svogliato. Ci teniamo a ricordare che le api – continua L'Abbate (M5S) – sono fondamentali per il nostro patrimonio agricolo perché contribuiscono all'impollinazione di 150 colture, ovvero l'80% del totale, come il pomodoro, il noce, l'arancio, il melo, il castagno, che per l'economia europea equivalgono ad un indotto di oltre 22 miliardi di euro. Peraltro, l'apicoltura italiana è attualmente colpita da altre emergenze come quella dell'Aethina tumida, la cui attività di contrasto comporta la distruzione degli alveari senza alcun indennizzo per gli apicoltori che perdono la loro produzione – conclude il deputato pugliese 5 Stelle – Abbiamo presentato numerosi atti per far dare una mossa la ministro Maurizio Martina, ma i tempi non sono mai ragionevoli".
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